Attenzione! Può creare dipendenza

Per chi come me va per bricchi (ma anche per i più sedentari), c’è un alimento che può essere in diversi momenti della giornata colazione (magari pucciata nel cappuccino o a rinforzo di un espresso), pranzo (liscia o in una delle sue varianti), merenda/spuntino/aperitivo (magari con salame e vino bianco in qualche locale dell’entroterra): è la FOCACCIA!

Ha sempre il suo perché

➡️ Con gli “occhi” detti anche “ombelichi”, “ombrisalli” in genovese, dove si raccolgono l’olio EVO e il sale della spennellata data prima dell’ultima lievitazione;

➡️  DEVE essere gustata “a rovescio” (rispetto a quanto vedo fare da quasi tutti): appoggiando, cioè, la parte con gli “ombrisalli” sulla lingua per lasciarsi accarezzare le papille gustative;

➡️ Indissolubilmente legata a Genova (infatti la sentiamo nostra) anche se, vi assicuro, sarebbe imperdonabile non assaporare anche le sue varianti, presenti in tutta la Liguria;

➡️  Che oltre che “a peso”, può essere acquistata secondo altre “unità di misura” più autenticamente locali:

  • sleppa (o slerfa) (che equivale a 150-200 g);
  • strisce (misura equivalente circa a 40-60 g);
  • ruota (in molti forni dell’entroterra savonese i testi di cottura erano e sono circolari di circa 30-40 cm di diametro, pertanto all’acquisto si può richiedere una ruota di focaccia o mezza ruota o un quartino o altra frazione).

(Photo credits: www.priano.info)

Focaccia di Voltri

Se avete intenzione di percorrere l’itinerario descritto nel Guidebook n° 3 nella zona del Beigua (Voltri-Monte Reixa)  è d’obbligo fermarsi a Voltri per gustare la variante locale della focaccia.

Dire focaccia e dire “focaccia di Voltri” significa parlare di due cose simili ma completamente differenti, pur contenendo la focaccia di Voltri gli stessi ingredienti della focaccia genovese classica. Quello che cambia sono le proporzioni, l’idratazione e la consistenza della pasta, ma soprattutto la tecnica di infornatura, azione fondamentale al fine di consentire la perfetta riuscita di questa particolare tipologia di focaccia.

Quello che contraddistingue la focaccia di Voltri è però il fatto che, una volta terminata la lievitazione, l’impasto va inserito in teglia e la parte superiore della focaccia e la teglia sono cosparse di farina di mais (la polenta, per intenderci).

Questa focaccia è sottile e croccante all’esterno ma al tempo stesso soffice al suo interno: slurp! ??

Consiglio finale ai non genovesi

Infine, un consiglio spassionato ai “foresti”.

Noi che abitiamo a Genova abbiamo un carattere difficile, teniamo molto alle nostre cose, siamo gelosi e orgogliosi: per questo, non chiamatela mai e poi mai “pizza bianca”!

Sabato scorso sono ritornato a Chiotti, borgata del Comune di Castelmagno (Cn) dove abbiamo una casetta, per verificare gli eventuali danni provocati più che dall’inverno (in realtà mite) dalla primavera (in realtà presentatasi in veste invernale).

Ho fatto una passeggiata fino al Santuario dove ho realizzato il video che trovate sulla pagina Facebook; sono tornato a casa scendendo in parte per il Cammino di San Magno a recuperare la mamma.

Poi alle 13:00 in punto il mio orologio biologico e la mia innata visione gastrica della vita mi hanno spinto alla ricerca di cibo.

Chiusa ormai da parecchio tempo la “Tana d’la marmota”, speravo davvero riaprisse un nuovo rifugio/ristoro.

C’è voluto un gruppo di ragazzi in gamba, simpatici, cordiali ma soprattutto molto coraggiosi a inaugurare, il 12 gennaio scorso il Rifugio escursionistico MARAMAN , poco sopra il Santuario di San Magno. Da qui è possibile partire per l’escursione fino al Monte Tibert (2.647 m.) 

Il locale è molto carino, l’accoglienza ottima. Notevoli le due vetrate con vista sulla parte alta della Valle Grana: abbiamo pranzato contemplando le vette circostanti.

La vista dalla vetrata, mentre si pappano cose buone…

Il menù è legato alla tradizione piemontese e ai prodotti locali a km 0.
Noi abbiamo gustato una buona polenta con lo spezzatino e un generoso bicchiere di rosso.
Anche le torte sono fatte rigorosamente da loro.
Il tutto a prezzi onestissimi!
Da sabato, poi, è possibile noleggiare una e-bike per raggiungere con meno fatica (non è che non se ne fa, eh!) il Colle Fauniera e la statua dedicata a Marco Pantani.
Complimenti ragazzi! Continuate così!

Dopo alcuni chilometri di strada impervia che si inerpica per la Valbrevenna, raggiungo Senarega per il primo sopralluogo della rete sentieristica locale.

Già il piccolo nucleo di case raccolto intorno alla Chiesa e al Castello Fieschi è una piacevolissima sorpresa.

Dopo aver fatto qualche foto, mi avvicino alla Trattoria “Il Pioppo” (www.trattoriailpioppo.com).

Entro e chiedo se, verso le 13 ci sarebbe stato un posto per me.

Vedendomi abbigliato da escursionista, scambiamo qualche battuta con Orio e Sabina che mi danno qualche indicazione utile sulla condizione dei sentieri. Ci lasciamo dandoci appuntamento a più tardi.

Si, vabbè, ma a noi interessa sapere come hai mangiato, non quanta strada hai fatto!

Eccovi accontentati: menù ricercato e tradizionale allo steso tempo.

Dagli antipasti sfiziosi (per esempio la torta baciocca), ai primi ricercati (sabato proponevano un risotto al Castelmagno sfumato con vino invecchiato)… Insomma, cibo fatto in casa privilegiando prodotti a km zero presentato con amore e preparato con sapienza.

A un’oretta da Genova, a mille chilometri dall’indifferenza e dalla frenesia della città!

Grazie Orio e Sabina per gli ingredienti che accompagnano la vostra proposta: la passione e la cortesia.

Merita sicuramente altre visite!

Io lo consiglio vivamente a tutti gli amici di easy2trail.

Voglio oggi segnalarvi il Rifugio Escursionistico “Mulino del Lupo” a Torriglia, una piacevole sosta lungo la “Via del sale”.

Io e gli amici che nello scorso settembre mi hanno accompagnato lungo la “Via del Sale” da Varzi a Sori, abbiamo fatto tappa qui durante il nostro “viaggio”.
Il Rifugio ma meglio sarebbe dire il Centro Equestre, dal momento che questa è l’attività principale della struttura, è gestito dalla famiglia Monfrini : Marco, il figlio Timothy e la moglie Fabrizia.
Piccola coincidenza: il nostro gruppetto di “diversamente giovani” è appassionato delle attività outdoor e soprattutto di ultratrail; la specialità in cui eccelle il Mulino del Lupo è l’endurance, uno sport equestre caratterizzato da competizioni di resistenza su una distanza che varia dai 30 ai 160 km.
La struttura è interamente in legno, con dodici posti letto e ristorante annesso (gestito dalla signora Fabrizia) con quaranta posti tavola. Il Rifugio è anche al top per quanto riguarda gli standard ecologici: è infatti dotato di impianti fotovoltaici e termici che ne consentono l’autosufficienza energetica.
Dopo questa rapida presentazione, due parole sulla nostra esperienza.
La disponibilità e la cordialità dei gestori, la pulizia delle camerate e dei bagni, l’abbondanza della cena, hanno fatto della nostra sosta lungo il cammino un momento particolarmente piacevole. E una menzione speciale va alla qualità e quantità delle pietanze che ci sono state proposte!
Quindi, se percorrete i sentieri del Parco dell’Antola o dell’Alta Via dei Monti Liguri, vi consiglio senz’altro di prenotare al Mulino del Lupo: non ve ne pentirete!
Ecco indirizzo e numero di telefono:
Centro Equestre Mulino del Lupo
piazza Posteggio 1, 16029 Torriglia (GE)
(proseguire oltre le piscine)
Telefono: 010944494-3358113375
ilmulinodellupo@libero.it

Dall’orto alla tavola

In tutte le stagioni, all’Agriturismo Verde Gioia (www.agriturismoverdegioia.it) le verdure passano direttamente dall’orto alla tavola.
Avevo avuto modo di conoscere Eleonora Masetti, la giovane e dinamica proprietaria, durante un allenamento collettivo sulle alture di Arenzano, in vista di una gara di trail running chiamata “Three for Team” che si svolge a febbraio. Poi, per un motivo o per l’altro sono sempre passato accanto all’indicazione ripromettendomi di tornare per provarlo.
L’occasione si è presentata per la ricorrenza di un compleanno ed è stata più volte replicata con molta soddisfazione.
Il posto non è molto visibile dalla strada, ma raggiungerlo non è difficile: io consiglio di andarci a piedi (ovviamente ?) perché la strada è stretta e in certi punti sconnessa. Tuttavia, se ci si vuole arrivare in auto, nei pressi sono presenti un paio di spiazzi dove (con attenzione) è possibile posteggiare.

Ma come ci si arriva?

Basta arrivare al Santuario del Bambino Gesù di Praga di Arenzano e poi proseguire con la macchina sulle alture, in via Costa Frati (primo incrocio a destra dopo il Santuario, seguire le frecce).
Il ristorante è piccolo, quindi consiglio vivamente di prenotare (Tel. +39 3775444393 E-mail: agriturismoverdegioia@gmail.com).
D’estate c’è posto anche fuori: sedendo nel déhor si può ammirare la montagna da una parte e il mare dall’altra, con vista che spazia su Genova e il Monte di Portofino verso levante e su Savona e la sua riviera verso ponente. 

Ma non vi fa venire l’acquolina in bocca?

Ma…della “pappa” non dici niente?

Certamente: eccovi accontentati! 
Ottime pietanze, naturali, preparate con materie prime autoprodotte, (oltre alle verdure, ad esempio formaggio fresco e prescinseua) e quelle che non lo sono, comunque di ottima qualità (come ad esempio i salumi dell’Azienda Nonna Carli di Mele; la farina di ceci del Mulino di Pegli, per la panissa; l’olio extravergine di olive taggiasche proveniente da coltivazione biologica dell’Azienda Agricola Sara Canale di Camporosso).
In ultimo, voglio segnalare un ottimo rapporto qualità/prezzo: siamo o non siamo a Genova?
Se date retta a me, dopo un allenamento o un’escursione nel Parco del Beigua, vale la pena fermarsi all’Agriturismo Verde Gioia.

Il secondo post della serie “Hike&Food”, è dedicato al principe dei formaggi erborinati: il Castelmagno D.O.P.

Sala di affinamento del Castelmagno

Il riferimento è al Guidebook dell’escursione da S. Magno al Monte Tibert contenuta nel sito.

Alcuni piccoli centri in provincia di Cuneo (Castelmagno, Monterosso Grana e Pradleves) sono il centro della sua produzione e del recupero di una tradizione millenaria. A garantire la qualità del formaggio e il rispetto dei criteri e della zona di produzione ci pensa il Consorzio di Tutela del Castelmagno D.O.P (http://www.consorziocastelmagnodop.it)

Il Castelmagno D.O.P. è prodotto con latte vaccino che deve essere di alcune precise razze bovine. Il suo tempo di stagionatura dura almeno 60 giorni. Presenta una pasta dura semi-friabile, si può gustare così com’è, come antipasto o come secondo piatto, magari con un po’ di miele, oppure in molti piatti tipici della tradizione cuneese. Tra questi, gli gnocchi di patate con crema di Castelmagno. 

Io per comodità, dal momento che ho una casetta nella frazione Chiotti di Castelmagno, lo compro presso l’Azienda Agricola Arneodo Marco (Tel e Fax 0171 986234).

Inizio questa serie di post con l’indicazione di una pasticceria artigiana a Torriglia.

Il riferimento è, in particolare, al roadbook dell’escursione da Torriglia al Monte Antola, ma può essere “sperimentato” con opportuna sosta anche nelle altre escursioni proposte in questo versante del Parco dell’Antola. 
Dunque, di cosa vi voglio parlare? 
Della “Pasticceria Guano“, da oltre trent’anni presenti nel centro di Torriglia in Piazza Cavour 2r. 
Alcuni dei loro prodotti hanno ottenuto il logo “Sapori del Parco dell’Antola”, che attesta la genuinità e la provenienza delle materie prime e delle ricette utilizzate.
Io, quando vado a fare allenamento nel Parco, una sosta da Guano cerco di farla quasi sempre! 
Non solo per acquistare i canestrelletti classici o ricoperti di cioccolato fondente o bianco (ma ce ne sono altre golose versioni).

Ed ecco i Lulù alla panna: SLURP!

 

Ma soprattutto per “spararmi nel gozzo” uno dei famosi “Lulù“: mega bignè ripieni di panna fresca (disponibili nei weekend e nei giorni festivi).

Per saperne di più visitate la pagina Facebook della Pasticceria Guano!

Chi fa attività outdoor (escursionismo, hiking, trail running, ecc.) è “ospite del territorio”. 
Con la serie di post intitolati “Hike&Food” voglio suggerire loro qualche idea che, con riferimento ai Guidebook contenuti nel sito, li possa accompagnare alla scoperta della cultura gastronomica e della comunità di persone che, attraverso il loro quotidiano lavoro artigianale, ci regalano prodotti “unici”. 

Non sono un esperto: mi limiterò a dire cosa “mi piace” in quel territorio.

Suggestioni che derivano dalla mia “visione gastrica della vita” (come ebbe a dirmi un amico, quando “scleravo” quando l’ora di pranzo tardava a venire): “di pancia”, quindi, ma nel rispetto della tradizione.