In questo articolo, cercherò di illustrare che cosa, secondo me, dobbiamo verificare quando stiamo per acquistare un GPS per le attività outdoor.

Robustezza e impermeabilità

Le prime, fondamentali, caratteristiche che ogni GPS per attività outdoor che si rispetti deve assolutamente avere sono, secondo il mio modesto parere, la robustezza e l’impermeabilità.

Questo perché parto dal presupposto che questi strumenti debbano affrontare insieme con noi condizioni ambientali che a volte possono essere anche molto dure.

Spesso in montagna le temperature possono essere anche molto basse, le piogge molto forti e quindi i dispositivi devono innanzitutto resistere a queste avverse condizioni.

Il dato importante in questo senso è chiamato IP (International Protection). Esso si riferisce alla classe d’impermeabilità del GPS e tutti quelli che trovi in commercio indicano sulla confezione, tra le specifiche tecniche il valore dell’IP.
 Questo dato, diviso in due cifre, indica il grado di protezione del dispositivo per cui è stato certificato.

I modelli che utilizzo io sono certificati IP67.

La prima cifra sta a indicare il grado di protezione rispetto alla polvere, con un valore minimo di 0 e uno massimo di 6. I modelli che uso garantiscono, cioè, una protezione completa dall’ingresso della polvere. Il valore 5, ad esempio, non garantisce la totale protezione. Questo significa che alcune particelle/polveri di diametro inferiore al millimetro potrebbero entrare nel dispositivo, causando problemi solo di ordine estetico ma non pregiudicando il corretto funzionamento dello strumento.

La seconda cifra, invece, indica il grado di protezione rispetto ai liquidi, sempre con un minimo di 0, ma con un massimo in questo caso di 8. I modelli che utilizzo io, garantiscono una protezione dall’acqua/umidità quasi perfetta. Il test effettuato è l’immersione fino a 1 metro di profondità per 30 minuti (ovvero oltre i 30 minuti non è più garantito il corretto funzionamento del dispositivo).

Naturalmente protezioni IP elevate richiedono accorgimenti costruttivi particolari, come le coperture in gomma dei tasti e delle porte IN/OUT, che rendono il design di questi dispositivi meno snello e armonioso rispetto, ad esempio, a uno smartphone di ultima generazione.

Display

(Fonte: www.twonav.com)

Il display è il mezzo attraverso cui il dispositivo ci mostra tutte le sue informazioni E’ importante quindi che sia di qualità e perfettamente leggibile in ogni condizione. In generale, purtroppo, questo è un punto dolente in molti dispositivi: sono poco leggibili in pieno sole, soprattutto se si indossano gli occhiali da sole.

I modelli di GPS più recenti, offrono display touch screen che forniscono un modo più naturale e veloce per interagire con il dispositivo rispetto ai tradizionali pulsanti, anche se la maggior parte dei GPS da escursionismo è ancora dotata dei touch screen resistivi, che purtroppo sono molto meno precisi di quelli capacitivi (come quelli degli smartphone) ma hanno il pregio di costare anche molto meno.

Autonomia

Poiché i GPS da escursionismo sono usati durante attività sportive prolungate, è fondamentale valutare l’autonomia delle batterie, in altre parole quante ore ci permettono di registrare una traccia senza interruzioni, interagendo nel frattempo con il dispositivo per consultare la mappa, aggiungere eventuali punti di interesse e così via.

I modelli che utilizzo io garantiscono almeno 20 ore di registrazione.

I dispositivi GPS possono utilizzare molteplici tipologie di carica.

(Fonte: www.twonav.com)

Alcuni usano 2 o 3 batterie stilo AA. Il vantaggio è che, essendo molto comuni, possiamo portane alcune aggiuntive con noi, in modo da poterle sostituire in caso di necessità.

Altri utilizzano batterie dedicate di elevata potenza. In questo caso potremmo acquistarne una in più dal produttore del GPS per garantirci tutta l’autonomia di cui abbiamo bisogno. Quelli di ultima generazione, poi, si possono caricare solo mediante collegamento via porta microUSB. In ogni caso, è buona norma, portare con noi un caricabatteria portatile (powerbank) di potenza adeguata, da collegare al dispositivo.

Supporto per la cartografia

Tutti i GPS da escursionismo registrano la nostra posizione man mano che ci spostiamo. Alcuni dispongono inoltre di altimetro barometrico, bussola elettronica, display touch screen, e così via. Una delle funzionalità più utili è, sicuramente, il supporto per la cartografia.

I GPS cartografici permettono di vedere la nostra posizione su una mappa, molto utile per orientarci, pianificare un percorso, vedere i punti d’interesse nei nostri dintorni, e così via.

A questo punto, introduco un altro concetto fondamentale da conoscere: la differenza tra mappe “raster” e “vettoriali”.

Le mappe “raster” (dalla parola inglese raster, che significa griglia) sono così chiamate perché derivano da un’immagine (tipicamente JPG o Bitmap) composta da una griglia di punti detti pixel, di forma quadrata: a ciascun pixel è assegnato uno specifico colore.

(Fonte: www.twonav.com)

La proprietà più importante di un’immagine raster è la risoluzione, che è data dal numero di pixel contenuti in una certa unità di misura. Per standard si utilizza il pollice inglese (2,54 cm) e il rapporto Dot Per Inch, DPI, cioè punti per pollice. Più alto è il numero dato da questo rapporto, più alta è la risoluzione dell’immagine e quindi la qualità della stessa.

L’interpretazione di una mappa raster è basata sul riconoscimento visivo.

Le mappe raster si contrappongono a quelle vettoriali.

(Fonte: www.twonav.com)

 

 

Queste hanno il vantaggio di poter essere ridimensionate a piacere senza perdere qualità, oltre al fatto che il livello di dettaglio aumenta con l’aumentare dello zoom, mostrando elementi della mappa prima non visibili. Ciò significa che inizialmente vedremo solo i dettagli più grandi (le città e le principali strade che le collegano), poi, via via che aumenta lo zoom, compariranno quelli sempre più piccoli (le vie all’interno di una città, i sentieri) e tutte le cose che prima non erano neppure accennate. E’ un comportamento che, in effetti, è molto utile per escludere tutti quei piccoli particolari che con il livello di zoom basso darebbero origine a una mappa troppo confusa. Infine, le mappe vettoriali incorporano informazioni inerenti i punti di interesse, quindi saranno possibili le operazioni di ricerca dei punti di interesse e di creazione automatica dei percorsi.

Le mappe fornite con i dispositivi o installabili a parte (es.: la TrekMap Italia v4 di Garmin e la OpenStreetMap) sono tutte vettoriali.

In più, però, i GPS più evoluti e completi hanno la possibilità di importare mappe personali, cioè delle mappe raster create da noi. Si tratta di una possibilità utile, ad esempio, per convertire le cartine che possediamo in formato cartaceo (e di cui ci fidiamo) in cartine digitali.