Via del Sale – Parte 1

Inizio di settembre 2017.

“Eravamo quattro amici al bar, che volevano cambiare il mondo…”

No, non è vero.

Intanto perché non eravamo al bar e poi, soprattutto, perché per tutti erano ormai trascorsi, inesorabilmente, gli anni fatati e i giorni passati a tessere le belle illusioni.

Eravamo quattro amici in chat (e lo siamo tuttora, beninteso), che volevano fare qualcosa di originale in un weekend di settembre, magicamente libero da tutti gli impegni e benedetto dalla benevolenza e dalla comprensione delle rispettive metà.

Ecco, così è più realistico.

Dove si va?

Io timidamente azzardo una proposta: la “Via del Sale”. Ma quale? Di vie del sale ne esistono tante. Io penso a quella che attraversa l’Appennino dall’Oltrepò pavese fino alla linea della costa ligure.

Un’idea stramba, ma che mi frulla per la testa già da qualche tempo.

Gli unici cui poterla proporre senza ricevere reazioni scomposte sono gli altri tre compari di questa avventura, perché disagiati come me.

Infatti, rispondono con entusiasmo. Non avevo dubbi. ???

Qualche settimana prima iniziano i preparativi: acquisto delle mappe (molto ben fatte quelle dello Studio Cartografico Italiano di Genova), frequentazione compulsiva del web alla ricerca di informazioni, studio dell’altimetria e della logistica (orario del treno, della corriera, dove dormire).

Infine, decisione finale: da mare ai monti seguendo il percorso del sale, oppure il contrario?

Prevale la nota romantica: arrivare al mare, che per noi genovesi ha sempre il suo perché.

In sintesi: da Varzi (Pv) a Sori (Ge), distanza circa 70 km da percorrere in due giorni.

Che il viaggio abbia inizio

Atrio della stazione di Genova Brignole. Come scolaretti in gita scolastica, ci dirigiamo verso il treno regionale che da lì a poco sarebbe partito alla volta di Voghera.

In carrozzaaaa! (come il capotreno di Frankenstein Junior)

Saliamo garruli e prendiamo posto cercando di fare meno casino possibile, per non disturbare i vicini che cercano di recuperare qualche minuto di sonno dondolati dal vagone. Ma non ci riusciamo.

“Voghera. Stazione di Voghera…regionale delle ore…diretto a… allontanarsi dalla striscia gialla”.

Dobbiamo scendere e cambiare mezzo di locomozione per raggiungere Varzi, piccolo borgo medioevale a 30 km da Voghera.

Trovato il terminal delle corriere e accertata l’ora di partenza, ci concediamo un caffè.

L’atmosfera è umida, pioviggina. Speriamo bene…

Sulla corriera, complice il fatto che è praticamente vuota, non riuscendo a trattenere l’entusiasmo iniziamo a sparare belinate in serie (scemenze, per i lettori non genovesi).

Il campionato delle belinate si sarebbe però tenuto nel bosco, di notte, molte ore più tardi.

Varzi. Discesi dalla corriera, pipi-stop ed ennesimo caffè in un bar e poi…

Viaaa

Il sentiero è fin da subito ben segnalato e all’inizio corre di fianco al torrente Staffora sul versante destro e comincia con una bella salita, intervallando tratti di sterrato a tratti di roccia. Si raggiunge la località di Monteforte, dove troviamo una fonte: ci dissetiamo e rabbocchiamo le borracce.

Un tratto di strada asfaltata, assolutamente non trafficata, ci porta fino a Castellaro dove facciamo sosta per azzannare un panino imbottito con il famoso salame di Varzi. Che è meglio di una barretta, diciamocelo!

Si cammina, si fatica, si suda, felici di farlo.

Si chiacchiera del più e del meno, soprattutto di trail, di corsa e di montagna, superando i dislivelli.

Lo spettacolo intorno è davvero di una bellezza unica.

La natura domina incontrastata ogni angolo della nostra visuale. Non ci sono paesi, automobili, strade, persone; tutto è bosco, tutto è verde.

Rifugio sul Monte Chiappo

A un certo punto davanti a noi si staglia la vetta del Monte Chiappo: lassù, in cima, riusciamo a malapena a scorgere il rifugio.

Non si tratterà dell’ultima salita della giornata, ma sicuramente della più impegnativa, tutta su un sentiero terroso reso sconnesso dal passaggio di mucche e cavalli e scavato dalle mountain bike. Stiamo per raggiungere il punto più alto di tutta la Via del Sale, nel punto in cui s’incontrano tre regioni, Piemonte, Lombardia ed Emilia Romagna.

Statua di San Giuseppe sul Monte Chiappo (Fonte: Escursioniliguria.it)

Fidarsi degli amici

Su quest’ultima erta, si compie il mio destino.

Abbandonato qualche chilometro prima da quelli che credevo amici, intenti a rincorrersi come leprotti sul sentiero, rimango da solo. Ma non faccio una piega: del resto, le poche gare di trail che ho fatto (partenza a parte), le ho sempre condotte per la maggior parte in solitudine, tranne quando sono stato raggiunto dalle scope.

 

Entro in “modalità trattorino”, regolo il passo e vado avanti. Li raggiungo in cima al Chiappo e, mentre sotto la statua di San Giuseppe ci copriamo per il  fastidioso vento che soffia, faccio le mie sonore rimostranze.

Ridiventati amici come fanno i bambini quando litigano, ripartiamo.

Io, però, medito vendetta…

Che panorama! Che spettacolo!

L’unico inquinamento visivo è la bizzarra cupola bianca del centro di controllo aereo che fa da cappello al Monte Lesima.

Un paio di chilometri tutti in discesa, su un sentiero terroso, ci portano infine a Capanne di Cosola.

Si sono fatte le due e mezza del pomeriggio e ci fiondiamo nel ristorante per mangiare qualcosa e riposare i piedi e le spalle.

(Continua…)

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